martedì 12 gennaio 2016

The end

TENACITA'

In questo viaggio nell'anatomia degli oggetti ho iniziato dal capire la parola assegnatami, attraverso la definizione di questa in tutti i suoi significati, a partire dal campo scientifico fino ad arrivare a quello psicologico. Un passo fondamentale è stato poi quello di conoscere la parola tradotta nelle altre lingue e costruire una mappa concettuale che mi  facesse subito pensare a delle idee connesse alla tenacità, per poi giungere ad una nuvola di concetti molto più ampia. Ho proseguito la ricerca con la spiegazione di una prova per definire la tenacità a frattura e flessione grazie all'invenzione di Charpy ed un'analisi sulla macchina per la prova di trazione. Anche in alcuni francobolli storici nazionali ed internazionali ho potuto trovare un elemento grafico od ideologico che ricollegasse alla parola. Un luogo come quello di un campo di alberi di ulivo , la forza adesiva di una colla in una campagna pubblicitaria, un cibo come le caramelle "gommose", due strisce comiche , il logo di una azienda produttrice di macchine sono state correlazioni che ho rintracciato nei più disparati campi, anche e soprattutto in quelli quotidiani. Da ciò ho capito che una parola, che sia di più facile o difficile comprensione, si deve capire cercando di trovarla nelle cose più semplici ed analizzando il motivo per il quale si trovi in un oggetto invece che in un altro. Ho rintracciato nella letteratura storica le Res Gestae Divi Augusti  che narrano la tenacia e la fermezza dell'imperatore romano nell'ottenere tutte le sue cariche politiche o nel vincere tutte le sue battaglie. Anche la storia del tenace soldatino di stagno di Andersen  - per il cuore di stagno del soldatino che non brucia e resiste al fuoco - e la storia del contadino - che non si dimostra tenace fino alla fine per raggiungere i suoi scopi - si ricollegano alla tenacità.
In classe abbiamo seguito un percorso di studio sulle tre Odissee di Omero, Joyce e Kubrick, in quanto esse rappresentano la narrazione dell'evoluzione di un popolo in diverse epoche storiche. Da ciò ho potuto constatare che la caratteristica di ripete più volte nell'opera di Joyce. Anche l' Ulisse, nell'opera del cantore cieco, riesce a fuggire al canto ammaliante delle sirene grazie alla tenacità del nodo che lo tiene ben saldo all'albero della nave.
Ho rintracciato in una notizia del 1927 de l'Unità la tenacia combattiva del proletariato rivoluzionario ed in una del 2007 del the Nation la fermezza di posizione di alcuni candidati politici riguardo la questione della minaccia nucleare.
Ho capito che la tenacità è legata non solo ad elementi semplici e quotidiani, ma anche e soprattutto al campo delle innumerevoli scienze. Ognuna, in qualche modo, annovera in sé la parola protagonista di questo blog.
Ho parlato anche di un brevetto per la produzione di un tubo piegato ad alta tenacità ed ho notato che nel campo dei brevetti si ricerca soprattutto l'aumento delle prestazioni e della resistenza dei più vari materiali, dai metalli ai polimeri.
Passando dal lato tecnico a quello delle arti ho scovato una canzone di Daniele Silvestri in cui si paragona a tanti elementi "testardi"; il film Cinderella Man, storia di un pugile che , nonostante le condizioni economiche, riesce a raggiungere i suoi traguardi; la poesia di Herman Hesse sulla quercia potata  che però continua a persistere e lottare; il quadro di Van Gogh. Successivamente ho pensato di fornire una "ricetta" per rendere più tenaci gli acciai... E dunque, in men che non si dica, sono giunta alla fine di questo percorso che mi ha insegnato a non concepire una parola solo come l'immediata proiezione che questa ha nel nostro cervello, ma anche come il frutto di una ricerca più approfondita, che non si ferma  ai significati più comuni ma che spazia anche nei campi e nei concetti più reconditi e meno immediati.
Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza i libri consigliati dal professore ed altri trovati da me; questi mi hanno fatto molto ragionare non solo sulla tenacità, ma anche su altri concetti interessanti quali la storia, la memoria, l'innovazione e tanto altro ancora.
Al termine dell'esperienza posso dire di sentirmi arricchita e credo di aver imparato un metodo in più per spaziare e per non avere la mente suddivisa in compartimenti stagni.
Più si collega, si correla, si spazia, più la visione sarà d'insieme.


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