C’era una volta, tanto tempo fa, un contadino che aveva comprato un terreno da coltivare, ma non aveva un posto dove poter prendere l’acqua per potere irrigare il suo terreno se non un fiume notevolmente lontano. Allora il contadino si fornì di tutti gli attrezzi necessari per scavare un pozzo dal quale poter prelevare tutta l’acqua che gli poteva servire e incominciò a lavorare. Il contadino passò molti giorni a scavare, la buca si faceva sempre più profonda, ma di acqua neppure l’ombra. Il contadino stava continuando ancora a scavare, nonostante i pessimi risultati, quando un giorno passò per il suo terreno uno sconosciuto che vedendo il suo operato gli disse: “Hey, contadino, cerchi l’acqua? Guarda, lì c’è un albero, è un bell’albero verde e pieno di salute, sicuramente vicino ad esso c’è l’acqua, perché non provi a scavare lì?”
Il contadino si convinse, lasciò perdere la prima buca e si mise a scavare un altro pozzo vicino all’albero rigoglioso. Passarono altri giorni, il contadino aveva ormai scavato un’altra profonda buca, ma anche qui nessun segno di acqua; ma il contadino era ostinato e continuava a scavare senza posa. Un giorno, mentre il contadino ancora scavava, sentì un rumore di carri e di cavalli che si avvicinavano, era una carovana che passava di là, lui si avvicinò per accoglierli degnamente e un uomo, che doveva essere il capo carovana, vedendolo così sudato e stravolto dalla fatica, gli chiese cosa stesse facendo. Il contadino rispose che stava scavando un pozzo da cui prelevare l’acqua per irrigare il terreno, ma di acqua fino ad ora non ne aveva vista neanche una goccia. Allora il capo carovana gli disse: “Caro contadino, sicuramente quello non è il luogo giusto, il luogo giusto potrebbe essere dietro la casa, vicino alla roccia”. E se ne andò con tutta la sua carovana.
Il contadino allora andò nel punto indicato dal capo carovana e pazientemente si mise di nuovo a scavare. Scavò anche qui per diversi giorni, si ammazzò di fatica anche qui, fece una buca ancora più profonda delle altre, ma anche qui neanche una goccia del prezioso liquido. All’improvviso, mentre scavava, il contadino si sentì chiamare per nome, era un suo caro amico che, accompagnato da un uomo anziano, si avvicinava verso di lui. L’uomo anziano era un famoso indovino, esperto in pozzi, il quale gli disse: “Il tuo amico mi ha detto che desideri trovare l’acqua”. “Certo” rispose il contadino “guarda queste tre buche quanto sono profonde, le ho scavate io, ma di acqua non ne ho trovata, sicuramente qui non ce n’è”. L’anziano indovino sorrise e gli disse: “Se veramente desideri trovare l’acqua, ti posso dire che sei sulla strada sbagliata”.
Il contadino, pensando che l’anziano indovino gli consigliasse di scavare un altro pozzo in un altro posto e considerando la grande fatica che aveva fatto per scavare quelli precedenti, si arrabbiò moltissimo e, senza sentire ragioni, scacciò bruscamente l’indovino e il suo amico dalla sua proprietà.
L’amico si dispiacque molto della reazione del contadino e, sulla via del ritorno, cercò di scusarsi con l’anziano indovino, ma questi gli rispose: “Non ti preoccupare, purtroppo ho avuto altre esperienze del genere e con queste reazioni. Se il tuo amico contadino mi avesse lasciato parlare, io gli avrei detto che per il tipo di terreno che lui possiede e per l’esperienza che ho, so che l’acqua si trova tra i quindici e i venti metri di profondità, lui ha scavato tre pozzi tra i dieci e i dodici metri di profondità, sarebbe solo bastato che il contadino avesse scavato già per la prima buca soltanto altri tre metri e avrebbe avuto tutta l’acqua che gli serviva. Bastava che avesse perseverato soltanto un po’ di più”.
“Lasciate che vi dica il segreto che mi ha portato al successo. La mia forza risiede soltanto nella mia tenacia.” Louis Pasteur
giovedì 29 ottobre 2015
Georges Augustin Albert Charpy
Georges Augustin Albert Charpy (Oullins, 1º settembre 1865 – Parigi, 25 novembre 1945) è stato un ingegnere e scienziato francese.
Georges Augustin Albert Charpy fu l'ideatore del Pendolo di Charpy. Studiò alla École Polytechnique (promotion X1885) dal 1885 al 1887 e si laureò in artiglieria navale. Nel 1887 divenne professore alla École Monge. Nel 1892 pubblicò una tesi in fisica. Come ingegnere lavorò presso Usines Saint-Jacques (forgiatura) di Chatillon-Commentry, divenendo nel 1916 direttore tecnico. Nel 1919, diventa membro dell’Académie des sciences, nella sezione di scienze applicate all’industria. Diventò direttore generale delle acciaierie Compagnie des forges et aciéries de la marine et d'Homécourt. Nel 1920 divenne professore in metallurgia alla École Nationale Supérieure des Mines de Paris. Nel 1922 fu designato professore di chimica generale all’École Polytechnique.
Georges Augustin Albert Charpy fu l'ideatore del Pendolo di Charpy. Studiò alla École Polytechnique (promotion X1885) dal 1885 al 1887 e si laureò in artiglieria navale. Nel 1887 divenne professore alla École Monge. Nel 1892 pubblicò una tesi in fisica. Come ingegnere lavorò presso Usines Saint-Jacques (forgiatura) di Chatillon-Commentry, divenendo nel 1916 direttore tecnico. Nel 1919, diventa membro dell’Académie des sciences, nella sezione di scienze applicate all’industria. Diventò direttore generale delle acciaierie Compagnie des forges et aciéries de la marine et d'Homécourt. Nel 1920 divenne professore in metallurgia alla École Nationale Supérieure des Mines de Paris. Nel 1922 fu designato professore di chimica generale all’École Polytechnique.
Le "Res gestae divi Augusti"
Resoconto autobiografico redatto dallo stesso imperatore Augusto tra il 27 a.C.-14 d.C. che narra le opere che compì l'uomo durante la sua carriera politica.
Non è facile capire a quale genere letterario appartengano le Res Gestae: testamento, politico, resoconto, memoria, autobiografia, iscrizione sepolcrale, memoriae vitae. Augusto riporta gli onori che gli sono stati via via conferiti dal Senato e dal popolo romano e per quali servizi da lui resi, le elargizioni e i benefici concessi con il suo patrimonio personale allo stato, ai veterani e alla plebe, e i giochi e rappresentazioni dati a sue spese, e infine gli atti da lui compiuti in pace e in guerra.
In ogni caso, l'intera opera sembra mettere in risalto la figura di Augusto nella sua grandissima tenacia e fermezza, doti che gli permettono di raggiungere tutti gli obiettivi prefissi.
Non è facile capire a quale genere letterario appartengano le Res Gestae: testamento, politico, resoconto, memoria, autobiografia, iscrizione sepolcrale, memoriae vitae. Augusto riporta gli onori che gli sono stati via via conferiti dal Senato e dal popolo romano e per quali servizi da lui resi, le elargizioni e i benefici concessi con il suo patrimonio personale allo stato, ai veterani e alla plebe, e i giochi e rappresentazioni dati a sue spese, e infine gli atti da lui compiuti in pace e in guerra.
In ogni caso, l'intera opera sembra mettere in risalto la figura di Augusto nella sua grandissima tenacia e fermezza, doti che gli permettono di raggiungere tutti gli obiettivi prefissi.
Augusto di Prima Porta, marmo bianco I sec. d. C., Musei Vaticani |
Le caramelle "gommose"
Chi di noi non è mai stato preso da una voglia irrefrenabile di caramelle "gommose" ? Vi siete mai accorti che, nel momento in cui si addenta un lato della caramella e si cerca di dividerla in due con una mano, questa oppone una certa resistenza pur deformandosi?
Le caramelle, rispetto ad altri cibi come ad esempio la mollica di pane, possono definirsi con una buona tenacità perché riescono ad assorbire una certa energia di deformazione prima di giungere a rottura.
Anche la liquirizia assume un comportamento simile a quello delle caramelle gommose.
La forza adesiva in uno spot
Ricordate la pubblicità di una nota azienda che produce colle con una elevata forza adesiva? Il concetto della sua tenacità veniva rafforzato da un test in cui un uomo veniva incollato al soffitto a testa in giù... Forse un po' paradossale, ma cosa c'è di più chiaro e persuasivo di questo? Se vuoi rivedere la nota pubblicità, clicca qui.
mercoledì 21 ottobre 2015
La Quercia Potata di Herman Hesse
Ti abbiamo tagliato,
albero!
Come sei spoglio e bizzarro.
Cento volte hai patito,
finché tutto in te fu solo tenacia
e volontà!
Io sono come te. Non ho
rotto con la vita
incisa, tormentata
e ogni giorno mi sollevo dalle
sofferenze e alzo la fronte alla luce.
Ciò che in me era tenero e delicato,
il mondo lo ha deriso a morte,
ma indistruttibile è il mio essere,
sono pago, conciliato.
Paziente genero nuove foglie
Da rami cento volte sfrondati
e a dispetto di ogni pena
rimango innamorato
del mondo folle
Per maggiori informazioni sull'autore:https://www.hermann-hesse.de/it
We can do it!
Francobollo del 1999 ispirato alla propaganda Americana del 1943 con Rosie the Riveter |
Martello che spezza una catena
Emesso il 1 Ottobre 1945 |
Macchina per cucire
Vecchia macchina da cucire Singer a manovella (inizi '900).
La manovella fa sì che con la mano destra si produca il movimento dell'ago e l'avanzamento per il trascinamento del tessuto, mentre con la mano sinistra si controlli la posizione e l'indirizzamento.
Proprietario: Milena Lo Russo Giannone. Impossibilità di prestito.
lunedì 19 ottobre 2015
Il pendolo di Charpy
domenica 18 ottobre 2015
sabato 17 ottobre 2015
Tante lingue per dirlo
Tenacità (italiano)
Toughness (inglese)
Zähigkeit (tedesco)
Dureté (francese)
Tenacidad (spagnolo)
Tenacidade (portoghese)
прочность prochnost' (russo)
Wytrzymałość (polacco)
Seghet (svedese)
Toughness (inglese)
Zähigkeit (tedesco)
Dureté (francese)
Tenacidad (spagnolo)
Tenacidade (portoghese)
прочность prochnost' (russo)
Wytrzymałość (polacco)
Seghet (svedese)
Cosa significa?
Tenacità s. f. [dal lat. tenacĭtas -atis, der. di tenax -acis «tenace»]. –
1. La caratteristica, la proprietà di essere tenace, detto di sostanza che ha molta forza adesiva e che pertanto ha presa su altri corpi e li trattiene.
Quale nell’arzanà de’ Viniziani / bolle l’inverno la tenace pece (DANTE Inf. xxi, 7-8).
2. Forma rara per tenacia, come fermezza e perseveranza.
1. La caratteristica, la proprietà di essere tenace, detto di sostanza che ha molta forza adesiva e che pertanto ha presa su altri corpi e li trattiene.
Quale nell’arzanà de’ Viniziani / bolle l’inverno la tenace pece (DANTE Inf. xxi, 7-8).
2. Forma rara per tenacia, come fermezza e perseveranza.
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